Etichetta dei filati

Etichetta dei filati: come si legge?

Al momento della scelta di nuovi gomitoli, che siano di lana, cotone o altra fibra, sappiamo che ad ognuno di essi è abbinata un’etichetta che ci dice un bel po’ di cose riguardo quel filato. Ma come si legge quest’etichetta? Oggi ne analizziamo insieme qualcuna e cerchiamo di capire.

1. Peso del gomitolo espresso in grammi e relativa metratura

Innanzitutto l’etichetta  riporta il peso del gomitolo e subito a fianco i metri lineari di filo, ossia se quel gomitolo lo srotoliamo misura i metri riportati sull’etichetta. E tu mi dirai: e a che serve sapere una cosa del genere? Non sono mica Arianna nel mito del labirinto!!!  Una volta i miei gatti m’hanno srotolato un gomitolo portandoselo a spasso per tutta la casa… Per riprenderlo tutto senza dover tagliare i fili ho speso un bel po’ di tempo a sbrogliare tutti gli intrecci che mi avevano creato… Quei gomitoli lì peraltro erano di filato di cotone n.8, la casa sembrava una tela di un ragno… Torniamo alla metratura: questa informazione ci può dire la resa del filato: nell’etichetta qui in basso vediamo che il primo filato sviluppa 70 metri, il secondo ne sviluppa 110 e il terzo 245. Secondo te qual è il filato più leggero? L’ultimo! Perché a parità di peso (50 grammi ognuno) ogni gomitolo sviluppa differenti metrature; perciò un gomitolo con un’etichetta come la prima sappiamo che produrrà un lavoro bello corposo, mentre l’ultimo darà vita a un lavoro leggero. Ovviamente questo non è l’unico fattore  che incide, ma già ci da un’idea di massima.

Esempi di etichetta

2. Composizione del filato

L’elemento fondamentale dell’etichetta è la composizione del filato; esso viene espresso in percentuali (%). Lana vergine, merino, alpaca, cotone, poliammide, poliacrilico, lino, ecc.. Dei vari tipi di filati e delle varie composizioni riparleremo in seguito.

3. Simboli del trattamento del filato

Troviamo anche i simboli di come trattare il filato per non rovinarlo, ovvero una volta che abbiamo destinato il filato a un certo tipo di creazione e l’abbiamo realizzata essa dovrà essere trattata come descritto, pena il deterioramento. Mamma Felice ci dà una mano a capirli uno per uno con la seguente tabella:

 Simboli di lavaggio dei capi

4. Colore

Questo è il codice colore identificativo di quel filato. Se compriamo un solo gomitolo e poi ci rendiamo conto che ce ne serve dell’altro grazie a questo codice saremo certi di non fare scelte improprie di colore.

5. Bagno o partita

Questo codice è una specifica ulteriore del colore: se stiamo facendo ad esempio una maglia nera e finiamo i gomitoli che abbiamo comprato, dobbiamo essere certi di ottenere gomitoli con lo stesso codice colore, ma soprattutto con lo stesso bagno di colore, altrimenti il nero potrebbe essere leggermente diverso. È una sottigliezza, ma neanche tanto. I filati vengono tinti un tot per volta e ogni tintura è a se stante; può capitare cioè che le sfumature (anche se impercettibili) cambino da bagno a bagno. Per evitare sbavature cromatiche l’etichetta ci aiuta a identificare precisamente il nostro codice colore e il codice del bagno di colore.

6. Numero di ferri e/o uncinetto con cui è indicato lavorare il filato

L’etichetta riporta anche (non sempre) questo dato utile: con che numero di ferri e /o uncinetto è conveniente lavorare quel filato. Conveniente nel senso che ogni mano ha una sua postura: c’è chi lavora più stretto e chi più largo, c’è a chi piace tenersi più morbidi, c’è chi ha bisogno di un lavoro più fitto; ma intanto sappiamo come regolarci in linea di massima; se c’è scritto che quel filato è idoneo per lavorare con l’uncinetto n.3 è inutile che lo compriamo per lavorare col n.6…

7. Il campione di riferimento

Altro dato che ci può aiutare molto soprattutto nel caso del lavoro a maglia. Il campione indicato è in genere una superficie di 10×10 centimetri e ci dice da quante maglie e righe è composto. A che serve questo dato? Se abbiamo bisogno di fare un maglione largo 50 e alto 60 il campione ci dice ad esempio nel caso della prima etichetta che in 10 cm di larghezza ci stanno 12 maglie, quindi per avere 50 centimetri con l’uncinetto 7 dobbiamo avviare 60 catenelle; idem per l’altezza: il campione ci dice che in 10 centimetri di sono 16 righe quindi per sviluppare 60 centimetri dobbiamo fare 96 righe (16 x 6). Nota bene che per ottenere un lavoro preciso è necessario fare la propria prova di campione; questo per quanto detto prima: ognuno di noi ottiene una propria lavorazione e soprattutto ciascuno adotterà un particolare punto all’uncinetto: se lavoro a maglia bassa è un conto, se lavoro con un punto traforato è un altro. Perciò prima di iniziare capi di abbigliamento il consiglio è di fare un campione ed eventualmente anche un bel cartamodello.

 

Spero che queste istruzioni vi aiutino nella comprensione e nella scelta del filato. L’etichetta come abbiamo visto ci dà tantissime informazioni. Il filato giusto è metà del lavoro riuscito. Ora sapete come decodificare l’etichetta!

2 commenti
  1. Mariangela Lecci
    Mariangela Lecci dice:

    Ciao Barbara,
    di solito i modelli includono informazioni sulla quantità di filato richiesta. Se non è presente quest’indicazione perché non si segue un modello specifico, bisogna calcolare tenendo conto di tutte le indicazioni del caso, come spiegato al punto 1 di questo post.
    Ogni gomitolo ha peso e spessore differente. Alcuni filati sono più sottili, mentre altri sono più spessi. Questo influenzerà la quantità di filato necessaria per realizzare il lavoro.
    Ciao! 🙂

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